30 Gennaio 2025

Intrigo internazionale in Vaticano. Tulsi Gabbard e l’incontro segreto “per la pace” in Ucraina. Come la scelta di Trump per l’intelligence USA è finita sotto sorveglianza

Narra la leggenda che fu la scoperta di una “fontana segreta“, nel lontano 1558, ad ispirare Paolo IV, Papa del tempo, primo a chiedere che lì fosse eretta la sua “Casina del boschetto“, posto ideale per alternare studi e riposo, senza troppo allontanarsi dalla tomba di Pietro. Ma già malato, avanti con gli anni per gli standard dell’epoca, Paolo non fece in tempo a vederne il compimento.

Fu così il suo successore, Pio IV, a vivere quel luogo mistico, avvolto nel silenzio, pensato per cullare lo spirito e favorire il raccoglimento, a circondarsi di arte e di scienza, a godere del “bello”.

Eppure adesso, avessero modo di parlare, di spezzare almeno per qualche minuto la condanna del silenzio eterno, stucchi ed affreschi della Casina chissà cosa racconterebbero.

Testimoni taciturni per secoli, vittime di un crudele incantesimo, forse svelerebbero l’ultimo segreto, chiarirebbero cioé ragioni e contorni della presenza nel cortile ovale di Tulsi Gabbard, prescelta per il ruolo di guida dell’intelligence americana dall’uomo famoso per aver preso possesso di un altro – e più celebre – ovale: lo Studio. E non della Casina, ma della Casa Bianca.

Sollecitati nel merito, lusingati il giusto, spiegherebbero cosa di così importante abbia convinto Gabbard a sfidare l’afa asfissiante di una rovente estate romana. E a persuaderla che valesse la pena, in un giorno di luglio, di imbarcarsi su un volo per l’Italia, di attraversare l’Oceano, di varcare i confini vaticani. E per cosa? Per prendere parte ad un incontro destinato probabilmente a restare un enigma irrisolto, un intrigo internazionale. Almeno in assenza di miracoli.

Intrigo internazionale in Vaticano. Tulsi Gabbard e l’incontro segreto “per la pace” in Ucraina. Come la scelta di Trump per l’intelligence USA è finita sotto sorveglianza

L’ipotesi principale è che si sia trattato di un esempio di diplomazia sotterranea, di una riunione pensata per tentare di avvicinare due sponde – Washington e Mosca – ultimamente sempre più distanti.

Canali secondari, certo, non immediatamente riconducibili a Vladimir Putin o a Donald Trump, a quel tempo ancora impegnato in campagna elettorale. Ma pur sempre qualcosa, un filo, un contatto. A maggior ragione importante poiché favorito – anzi, benedetto – dal Vaticano. Ed avente come obiettivo, per quanto ambizioso e lontano, la fine della guerra in Ucraina.

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