24 Marzo 2025

Un intruso nella chat di guerra: come l’amministrazione Trump ha incredibilmente svelato ad un giornalista i suoi piani d’attacco contro gli Houthi. Tutti i retroscena

Se non si trattasse di Jeffrey Goldberg, direttore di “The Atlantic“, penna brillante, autorevole, pluripremiata per le sue inchieste, sareste giustificati: chi può dire di essere stato inserito accidentalmente in una chat Signal della Casa Bianca? Di più: di essere stato informato in anticipo, dal capo del Pentagono e dal vicepresidente degli Stati Uniti, dei piani di guerra americani contro un’organizzazione terroristica straniera? Probabile risposta: solo un pazzo.

Eppure si dà il caso che Goldberg sia effettivamente Goldberg. E che l’incredibile sia effettivamente accaduto. Un giornalista, e non uno qualunque, è stato introdotto per sbaglio in un gruppo riservato con i leader della sicurezza americana. È venuto a conoscenza di informazioni altamente classificate, di dettagli che se caduti in cattive mani avrebbero potuto mettere a repentaglio il personale americano in Medio Oriente. Non solo: ha appreso di punti di vista divergenti all’interno dell’amministrazione, ha letto commenti molto duri, se non offensivi, nei confronti degli Alleati USA (europei inclusi).

Che sia chiaro: quella che segue è una storia senza precedenti. La chat è affollata, molta gente che conta è online. Allacciate le cinture. Servirà.

Un intruso nella chat di guerra: come l’amministrazione Trump ha incredibilmente svelato ad un giornalista i suoi piani d’attacco contro gli Houthi. Tutti i retroscena

Il giorno in cui il racconto dell’assurdo ha inizio è l’11 marzo: è in questa data che Goldberg riceve una richiesta di connessione su Signal da un utente identificato come Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale.

Il dettaglio sulla piattaforma non è banale: si tratta di un servizio di messaggistica crittografata open sour…

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