La solitudine di Waltz, l’errore di Hegseth, i sospetti su JD Vance: dentro la caccia al colpevole nell’amministrazione Trump. Chi può cadere dopo il caso della chat violata

“Cosa diavolo sta succedendo a Mike?“.
L’ira di Donald Trump precede di diverse settimane l’imbarazzo del “caso Signal“, quello della chat compromessa, violata, dei piani di guerra americani nello Yemen inavvertitamente – e incredibilmente – condivisi con il direttore di “The Atlantic”.
La rabbia del Presidente, piuttosto, risale ai primi giorni del secondo mandato.

Fonti ben informate lo riconducono alle scelte iniziali del suo Consigliere per la Sicurezza Nazionale: questioni in apparenza marginali, relative alla composizione del suo staff. Eppure già un segnale. L’indizio sulla matrice dei guai che Mike Waltz avrebbe giocoforza finito per incontrare.
La solitudine di Waltz, l’errore di Hegseth, i sospetti su JD Vance: dentro la caccia al colpevole nell’amministrazione Trump. Chi può cadere dopo il caso della chat violata. Il colpo di scena che può portare alla resa dei conti all’interno della Casa Bianca
Privo di protettori, scudieri, amici di cui fidarsi. Destinato alla solitudine, ad inseguire quotidianamente la benevolenza presidenziale. Troppo repubblicano per essere considerato MAGA. E troppo MAGA per essere riconosciuto, in questi nuovi panni, dai suoi vecchi colleghi repubblicani.
Così si spiegano gli sforzi messi in atto per compiacere Trump, per dimostrarsi diverso dai suoi predecessori, da coloro che una volta selezionati avevano commesso l’errore di voler portare avanti la propria agenda, anziché quella presidenziale. Forse è pure per questo che proprio dall’inquilino della Casa Bianca è arrivata la difesa più convincente – e insperata – di queste 24 ore da dimenticare: “Michael Waltz?Ha imparato una lezione ed è un brav’uomo“, ha sentenziato Trump.
Difficile sostenere il contrario, anche per chi in queste ore – dietro le quinte – spinge già per la sua rimozione. Sforzo che coinvolge entrambe le anime del Partito …