28 Aprile 2025

HABEMUS. DIARIO DAL CONCLAVE / Giorno 7: si muovono i cardinali conservatori. Primi interventi ruvidi in Congregazione. La strategia dei “critici” di Francesco

“Habemus. Diario dal Conclave è la rubrica che racconta giorno per giorno l’attesa elezione del successore di Pietro. Retroscena, segnali, sussurri vaticani: il Blog accompagna gli iscritti Oltretevere, nel cuore delle scelte che decideranno il prossimo Papa.


Giorno 7.

Al noto cardinale italiano basta un rapido gesto della mano per fulminare i cronisti in procinto di lanciare l’assalto. Oggi non è aria, magari domani.

Ma se anche i porporati più loquaci preferiscono tenere le bocche cucite, all’uscita dalla quinta Congregazione generale dalla morte di Francesco, non è – come da versione ufficiale – per garantire al Vaticano il diritto di annunciare la data di inizio conclave.

Piuttosto si è avuta oggi, in maniera nitida, la percezione di essere entrati in un tempo nuovo: come se i funerali di Bergoglio, seguiti dalla “tregua” domenicale, avessero confermato le previsioni dei cardinali più esperti, certi che una sorta di Rubicone immaginario sarebbe stato attraversato in questa giornata irrimediabilmente, separando il momento del dolore da quello della ripartenza.

Non che i presenti, più di 180 – inclusi oltre 100 cardinali elettori – volessero protrarre all’infinito il periodo della melina, del temporeggiamento. Eppure il fatto che nell’Aula del Nuovo Sinodo siano andati in scena interventi ben più ruvidi di quelli alternatisi nei primi giorni di ambientamento ha fatto sì che molte berrette rosse venissero colte di sorpresa.

È curioso, ma dopo una prima settimana trascorsa rassicurando il popolo della Chiesa sull’assenza di una divisione tra conservatori e progressisti, gli umori e le sensibilità delle fazioni hanno preso improvvisamente a reclamare spazio, smentendo l’ottimismo di chi immaginava una scelta facile, largamente condivisa, all’insegna di un romanesco “volemose bene”.

Ad aprire la contesa, reclamando il pallino del gioco nella fase iniziale del dibattito in Congregazione, sarebbero stati in particolare i cardinali “tradizionalisti“, i grandi sconfitti del papato di Francesco.

Rumours che mai e poi mai otterranno conferma segnalano in questo senso soprattutto un paio di interventi “bellicosi“: quello del porporato nigeriano Arinze e, soprattutto, quello del tedesco Gerhard Ludwig Müller, “ratzingeriano” di ferro, not…

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