HABEMUS. DIARIO DAL CONCLAVE / Giorno 9. Le facce scure dei cardinali dopo l’ultima Congregazione. Il sorteggio sulle stanze di Casa Santa Marta

“Habemus. Diario dal Conclave“ è la rubrica che racconta giorno per giorno l’attesa elezione del successore di Pietro. Retroscena, segnali, sussurri vaticani: il Blog accompagna gli iscritti Oltretevere, nel cuore delle scelte che decideranno il prossimo Papa.
Giorno 9.
Durante la consueta conta mattutina, effettuata dai funzionari vaticani, è oggi balzato all’occhio un dato: all’appello mancano appena nove cardinali elettori. Ci siamo quasi.
“Ed è un bene”, commenta un porporato all’uscita dalla settima Congregazione generale, “perché tutti devono avere consapevolezza della situazione“.
Ora è probabile che l’ottimismo non sia il tratto distintivo del cardinale in questione, ma è indubbio che la riunione odierna fosse attesa con particolare interesse.
Sopratutto per verificare in dettaglio lo stato delle casse della Chiesa, definite diplomaticamente “in sofferenza” da più di una berretta rossa, rigorosamente protetta da anonimato.
È curioso, in questo senso, che a illustrare il quadro economico sia stato il cardinale Reinhard Marx: proprio lui, esponente di quella Chiesa tedesca che per anni ha rinvigorito le finanze vaticane e che negli anni di Francesco, tra frizioni dottrinali e gelo diplomatico, ha costretto l’Obolo di San Pietro a fare i conti con un progressivo disimpegno. Discorso simile a quello riguardante gli USA, storicamente generosi verso il Vaticano, eppure delusi dal corso bergogliano, in dissenso rispetto a molte delle sue aperture dottrinali, al punto di rallentare fortemente i flussi delle donazioni negli anni del suo pontificato.
Non si tratta di un discorso marginale, scollegato dal conclave. A sottolinearlo è in particolare …