“L’ho convinto”. La tentazione di disertare, il passo indietro del principe William, l’intervista cancellata all’ultimo minuto. Dentro la storia non raccontata dell’incontro in Vaticano fra Zelensky e Donald Trump

A poche ore dai funerali di Francesco, quando tutto sembra ormai apparecchiato per un incontro in Vaticano con Donald Trump, non è un caso che Volodymyr Zelensky metta in dubbio la sua partecipazione alla cerimonia in programma nella Santa Sede.
Il fatto è che sì, gli americani avranno pure aperto alla possibilità di un faccia a faccia, ma il precedente recente all’interno dello Studio Ovale rappresenta una ferita ancora aperta per l’intero staff presidenziale del leader ucraino. Traduzione: Zelensky sarà anche stato in prima linea, ma i colpi del duo Trump-Vance sono arrivati pure nelle retrovie, portando in dote le critiche – severe ma inevitabili – nei confronti di chi avrebbe dovuto preparare con cura il terreno per evitare imprevisti spiacevoli, verificatisi puntualmente.
Così è comprensibile che alcuni dei consiglieri più stretti del presidente ucraino, a ridosso delle esequie, suggeriscano a Zelensky di non rischiare, di passare la mano. Le loro motivazioni sembrano ragionevoli: da giorni tira una brutta aria attorno ai colloqui di pace mediati dagli Stati Uniti, il mood degli americani sembra favorevole alle richieste del Cremlino. E ancora: Trump è un player imprevedibile – nessuno meglio degli ucrai…