Come questo viaggio ha avuto inizio

Questa impresa nasce da una pazza idea in una notte d’inverno. D’altronde non è così che iniziano sempre i grandi viaggi? Il taccuino è alla mia destra, la penna subito accanto, lo schermo acceso. C’è abbastanza inchiostro per raccontare da dove vorrei partire?

La premessa è questa: ho un posto in una redazione, diverse collaborazioni esterne. Ho un posto, ma non mi sento a posto. Ho un posto, ma cerco un altro posto.

Le pagine si riempiono, la mente viaggia veloce. Forse troppo. Dove siamo diretti questa notte, Dario? Perché ormai è chiaro a tutti che siamo salpati, che già non si torna più indietro. Cerchiamo un posto libero, indipendente, un posto che sia privo di condizionamenti esterni. No, non basta. È vero. Cerchiamo pure altro. Cerchiamo spazio per i fatti che contano: quelli che arrivano da una lunga storia, quelli che segnano il presente, quelli che plasmano il futuro. E poi cerchiamo la forza per sovvertire l’odioso regime dei clic, culliamo un’utopia: sfidare l’algoritmo. Sì, benissimo, ma dov’è questo posto? Ecco, sì, poi ci sarebbe questo piccolo dettaglio: bisognerebbe crearlo.

La navigazione si presenta insidiosa, i cari sconsigliano energicamente la partenza. Avvisano – a ragione – che il rischio naufragio è elevato. Sarebbe la prima traversata in solitaria, non c’è ciurma, non c’è mappa: c’è solo la speranza di un buon vento. Eppure più della paura vince l’orgoglio, il sentimento di una notte folle, il coraggio di credere in un sogno. Come so che si è realizzato? Perché non navigo più da solo. Oltre 20mila lettori mensili, per un Blog personale, non sono un equipaggio, sono un’armata invicibile. Opponiamo ai nemici il rigore dei fatti, l’onestà delle opinioni, il sacrificio quotidiano, la consapevolezza che la Storia è scritta da dettagli spesso trascurati. Noi cerchiamo quei dettagli. Noi siamo liberi, indipendenti.

Sembrava davvero impossibile, Dario.

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