Giugno 21, 2018

5 domande per Matteo Salvini

 

Matteo Salvini viene descritto in questi giorni come un animale politico infallibile, l’uomo del destino, il salvatore della patria che l’Italia aspettava da chissà quanto tempo. Io non lo credo. Ma se solo rispondesse a queste domande, forse potrei pure iniziare a farmi un’idea diversa. Ci provo? Dai, gliele faccio.

Caro ministro, il meccanismo di ricollocamento dei migranti che tanto ossigeno garantirebbe all’Italia va troppo a rilento. Ha ragione. Mi sfugge però un passaggio. L’Austria ha accettato di prendersi in tutto 44 ( per sicurezza mi ripeto, quarantaquattro) richiedenti asilo sbarcati sulle nostre coste. La Polonia zero. La Repubblica Ceca zero. La Slovacchia zero. L’Ungheria zero.

Domanda numero 1:  Perché lei fa l’amicone con l’Austria di Kurz, l’Ungheria di Orban, insomma con Visegrad, se proprio loro non ci aiutano?

Caro ministro, da quando ha messo piede al Viminale ha impostato una lotta sfrenata al fenomeno migratorio. Si dirà: è per questo che è stato votato. Giusto. Lei però è a conoscenza del fatto che dal 2017 al 2018 il numero degli sbarchi è sceso del 77,44%.

Domanda numero 2: Perché soffia sulle paure degli italiani descrivendo un’emergenza che non esiste? Non crede che ci guadagnerebbe pure lei facendo meno demagogia e dedicandosi ad una “gestione” del fenomeno senza strepiti? 

Caro ministro, le sue parole sulla necessità di compiere un censimento sui rom sono state oggetto di critiche. Schedare una parte di popolazione in base alla propria etnia capirà che è quanto di meno costituzionalmente corretto ci si possa attendere da un ministro della Repubblica. Voglio però venirle incontro.

Domanda numero 3: Le hanno detto che un rapporto – che è diverso dal censimento – sulla presenza della popolazione rom in Italia è stato già stilato dall’ISTAT nel 2017? Se vuole può consultarlo, le lascio il link.

Caro ministro, nelle ultime ore ha messo in dubbio l’opportunità che a Roberto Saviano spetti la scorta. Sicuramente ha fatto una battuta. Come ha avuto modo di ricordare lei stesso durante una diretta Facebook, Saviano è l’ultimo dei suoi problemi in questo momento.

Domanda numero 4: Non crede sarebbe meglio passare il tempo – come ha detto di voler fare – a combattere mafia, camorra e ‘ndrangheta, anziché mettere in dubbio la funzione di chi la criminalità organizzata la combatte? Lei dice che preferisce i fatti alle parole: ma Saviano è un giornalista, uno scrittore, cosa deve fare? Presentarsi a Casal di Principe pistola in pugno?

Caro ministro, io ho finito. Ho solo un ultimo quesito.

Domanda numero 5: Mi risponde?

2 commenti su “5 domande per Matteo Salvini

  1. Caro dangelodario (a proposito hai detto che frequentiamo lo stesso circolo evidentemente utilizzi uno pseudonimo)Il problema dell’immigrazione clandestina è serio e di difficile soluzione ma a me interessa l’attuazione del contratto che quest’alleanza innaturale ha firmato e già i nodi vengono al pettine perché Tria che è un economista serio e preparato si è reso conto che il contratto non può essere attuato se non in minima parte perché mancano le coperture,penso che questo governo durerà poco perché la Lega acquisisce consensi su temi che non interessano gli italiani seri mentre il M5S perde consensi perché i suoi cavalli di battaglia per i quali é stato votato o sono stati annacquati o sono irrealizzabili a medio termine. Vedremo come si comporta.

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