Luglio 29, 2019

In difesa dei “buonisti”

Mai avrei pensato di ritrovarmi a scrivere in quest’occasione, con la “sbornia” dello choc per la morte di un carabiniere di 35 anni ancora fresca. Mai onestamente avrei creduto che il sacrificio di Mario Rega sarebbe diventato ennesimo motivo di divisione in un Paese che solitamente ha l’abitudine di riunirsi, di stringersi forte soltanto (almeno) nelle tragedie. Questa volta non solo non è successo, ma è andata addirittura peggio. E allora bisogna fissarli dei paletti, c’è necessità di piazzarli dei puntini sulle “i”. Perché quanti, come noi, vengono tacciati di “buonismo” abbiano una sorta di manifesto a cui appellarsi, un richiamo alla ragione da opporre a chi ha fatto dell’odio la sua bandiera.

Parto dal caso che brucia di più: quello di Mario Rega. E’ così ovvio che ribadirlo risulta superfluo, ma evidentemente ce n’è bisogno: il vicebrigadiere morto a Roma è l’unica vittima di questa assurda storia. Lo è da solo, ma in compagnia della sua famiglia e dei suoi amici, di chi gli voleva bene, di chi tra una decina di giorni continuerà a rimpiangerne il sorriso mentre politici, haters e polemici passeranno al nuovo argomento del giorno.

L’indagato bendato durante l’interrogatorio? Non è una vittima. Ma qui l’accusa di “buonismo” non possiamo accettarla. Se gli stessi carabinieri hanno catalogato l’episodio come “inaccettabile” è perché sono “buonisti” o perché conoscono la Costituzione? Lo abbiamo detto: noi abbiamo sete di giustizia, non coltiviamo il desiderio di vendetta. Non ci interessa, non ci restituirà il carabiniere morto, anche volendo cedere all’istinto non riuscirebbe a riportare indietro le lancette. Ma la dinamica per cui chi non chiede lavori forzati, Guantanamo, torture corporali, ghigliottina, pena di morte per impiccagione in piazza e simili è un “buonista”, deve finire.

“Buonista”: è questo il termine in cui mi sono imbattuto maggiormente in questi giorni tra i commenti ai post dedicati a Mario Rega. Pensi che la giustizia debba fare il suo corso senza eccessi? Sei un buonista. Credi e vuoi che l’Italia sia (ancora) uno Stato di diritto? Sei un buonista.

Va così da un po’ di tempo, su tante materie, sintomo che il contrario del buonismo, il cattivismo, è stato sdoganato da un po’. Ma è qui che si cela l’inganno, l’inghippo, lo scarto tra chi predica odio e chi chiede giustizia. L’esempio più lampante? Prendiamo i migranti. Ci sono quelli che ti scrivono:”Se ci tieni tanto perché non ne accogli uno a casa tua?”. Risposta: “Noi pensiamo che rientri tra i compiti dello Stato”. Obiezione: “Ma l’Italia non può prenderli tutti”. Controreplica: “Siamo d’accordo. Ma salvarli è un obbligo, prima di tutto morale. Sull’accoglienza si ragiona e si discute con gli altri Paesi, dopo”.

Quelli che ci attaccano si professano spesso e volentieri orgogliosamente “sovranisti”, ci trattano come “traditori della Patria”, senza sapere che noi l’Italia l’amiamo forse più di loro, senza capire che se tendiamo a cercare un compromesso, a preferire la via della politica rispetto a quella dei muscoli è perché abbiamo chiaro che da soli non andiamo da nessuna parte.

Eccola, la differenza. Non è buonismo. E’ rendersi conto che tra nero e bianco c’è spesso dell’altro. Una sfumatura il più delle volte tendente al grigio. Un patto con la realtà che è tutto il contrario dell’arrendevolezza e della debolezza. Significa accettare la complessità dei problemi. Provare a risolverli senza vendere slogan e illusioni. Vuol dire anche confrontarsi con il dolore di una morte ingiusta. Come quella di Mario. Restare dalla sua parte sempre, anche adesso. E dunque dal lato dello Stato. Che non si fa criminale come chi Mario lo ha ucciso. Non è buonismo, è usare il cervello. Provateci.

Un commento su “In difesa dei “buonisti”

  1. Condivido ogni parola dell’articolo. Anche io ho scritto qualcosa del genere … per errore su Facebook. Dico per errore perchè purtroppo non è il luogo migliore per questo tipo di argomenti essendo un Social dove la media degli individui è piuttosto bassa e per lo più parlano per istinto senza logica o ragionamento ed è per questo che rispondo qui per non fomentare una guerra come già è avvenuto. Difficile perorare una causa come questa con chi non distingue la differenza tra Severità e Barbarie, tra Giustizia e vendetta e quello che ne consegue. Ho notato che c’è chi sta postando video o foto di maltrattamenti su “detenuti” da parte di altre Polizia, ma come sempre fatto da individui incapaci di senso critico .. e di capire che si tratta o di malati mentali detenuti o di individui ad alto rischio, o chi come la signora che ha risposto al suo post, dice che in USA c’è la pena di Morte. Io ci vivo in vero vivo in più paesi, e mia moglie è americana, non è così. Negli USA un comportamento come quello a cui è stato sottoposto il ragazzo della foto avrebbe portato alla sospensione immediata dell’agente e a una causa nei confronti della Amministrazione con tanto di risarcimento e la Gran Bretagna rifiuta le estradizioni perchè definisce l’Italia un paese dove non vengono rispettati i Diritti Umani. Nel servizio Tg1 c’è chi negli USA sta già dicendo che ..E’ lo stato Italiano che dovrebbe interrogarsi sul funzionamento della giustizia .. e potrei andare avanti .. ma non serve ..siamo sulla stessa lunghezza d’onda .. Ma questo anche non è sufficiente ad illuminare le menti di certi individui dal comportamento oserei dire quasi animalesco (nel senso guidato dall’istinto e non dalla ragione). Quindi una battaglia persa in partenza … ed io non sono un Sinistroide … ma di destra, ma grazie a Dio oltre ad aver studiato ho un cervello e lo faccio lavorare e non è un Optional oltre ad avere una certà età. Molti di questi che oggi gridano alla vendetta e che pendono dalle labbra di chi stà fomentando l’odio, sono persone che probabilmente ieri cantavano Bandiera Rossa la trionferà col pugno alzato e gridavano Polizia Fascista … vedendo il Comunismo come l’Eden, il paradiso mentre chi come me che lo criticava veniva tacciato al pari della Polizia ..Fascista. E queste persone, oggi come ieri, come le 3 scimmiette, Non vedono, Non sentono Ne vedono e vanno a occhi chiusi dove il gregge và guidato dal capo mandria credendo di essere loro a decidere e a capire dove stanno andando.

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