Giugno 4, 2022

7, 12, 21: la tabellina che toglie il sonno a Giuseppe Conte

7, 12, 21. Ufficialmente non sono numeri da giocare al Lotto. Ma forse dovrebbero, per l’insistenza con cui – negli ultimi giorni – hanno fatto capolino nei sogni (anzi gli incubi) di Giuseppe Conte.

7,12, 21. E non ci fosse al centro un marchiano errore, qualcuno potrebbe chiamare in causa pure la tabellina del sette. Poco male. Essendo così sgangherata la storia che stiamo per raccontare, ci si può accontentare di definire quella sequenza numerica come la tabellina del Conte, ovvero la serie di date che in questo mese di giugno deciderà il futuro politico dell’avvocato.

Sì, perché è vero che il 21 giugno potrebbe essere il giorno della verità per il governo Draghi; ed è vero che il premier rischia di restare vittima della trappola M5s, della risoluzione sull’Ucraina che nei piani pentastellati dovrebbe sancire il no a nuove forniture di armi per Kyiv. Ma la battuta maliziosa che si può opporre a questa narrazione è la seguente: il problema è arrivarci, al 21.

L’incubo del nuovo ricorso

Prima delle comunicazioni del presidente del Consiglio in Senato, il Movimento 5 Stelle sarà infatti chiamato a (soprav)vivere due giornate di grandi turbolenze. La prima è fissata per il 7 giugno: sarà in quella data che il Tribunale di Napoli discuterà il nuovo ricorso presentato dagli attivisti che contestano la legittimità dello Statuto e la rielezione di Conte a presidente M5s. Un’eventuale sospensione della sua leadership, a ridosso delle amministrative, risulterebbe di fatto letale per le ambizioni politiche dell’ex premier.

Così l’avvocato, rimasto scottato dall’ultima decisione del foro partenopeo, questa volta ha dato mandato ai suoi legali di non sottovalutare alcun aspetto della pratica. Ma i contiani che oggi si dicono ottimisti in relazione al responso sono figli dello stesso leader che mesi fa, interpellato sulle intenzioni dei ribelli M5s, chiosò con sufficienza: “Facciano pure“.

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