Luglio 18, 2023

ESCLUSIVO! Scatta il “Piano Matteo”. Salvini deciso a balcanizzare il governo: il risentimento verso Meloni e Tajani, gelo con Giorgetti e dialogo con Ronzulli. E per le Europee…

Chiami un esponente del governo: “Cosa si dice del Piano…?“. E lui ti interrompe: “Mah, qui si vede tutto Fitto“. Precisi che non parli del PNRR, ma non fai in tempo a finire che quello di nuovo ti ferma: “Ah, intendi il Piano Mattei? Se ne parla ad ottobre“. È a quel punto che per farti ascoltare devi quasi gridare:“No, no, ha capito male senatore! Io volevo sapere del Piano Matteo!”.

Dall’altro capo del telefono segue una pausa sospetta. Due secondi, non di più, nei quali ti chiedi se forse hai esagerato. Due secondi in cui la voce dell’interlocutore subisce una misteriosa trasformazione. Quando riprende a parlare, s’è fatta d’improvviso furtiva. È un attimo immaginarlo col bavero alzato, nonostante il caldo, una mano a coprire le labbra durante la conversazione. Né puoi escludere che abbia appena indossato un paio di baffi finti, mentre ti domanda: “Ah, quindi pure tu hai saputo?“. “Eh, senatore…se gliel’ho chiesto…“.

Avviso ai lettori: quella di cui sopra non è una conversazione di fantasia, è la realtà che si respira nel governo da giorni. Nella maggioranza speravano che quest’estate facesse eccezione, ma Salvini non ne salta una, è come colonnina di mercurio vivente: all’aumentare delle temperature va in ebollizione. Fu così nell’estate del Papeete, inutile ricordare; e concesse il bis l’anno scorso, quando intorno a giugno prese a riferirsi a Mario Draghi come al “professor Draghi“, inteso non come titolo di rispetto ma come incolmabile solco (secondo lui) tra Super Mario e gli italiani normali.

Ora – è la notizia – ha invece messo nel mirino Giorgia Meloni. E potrà pure non sembrarvi, ma questo per Meloni è un problema.

Salvini ha trascorso l’inverno sognando per sé abiti nuovi. Ha chiesto alla sua squadra di tenere distanti le polemiche, di mettersi al lavoro al ministero per cucirsi addosso l’immagine di “ministro del Fare“. Così ha visitato – senza esagerare – decine e decine di cantieri, ha indossato l’elmetto di protezione, e pure il giubbotto catarifrangente. Scatti che torneranno buoni nei prossimi mesi per qualche video promozionale, un archivio ricchissimo. La sua comunicazione, incolpevole, dal giorno successivo l’insediamento riempie le chat dei giornalisti di messaggi di questo genere:

Ma il “vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti“, ovvero Matteo Salvini, ha da qualche tempo compreso che l’attività da taglianastri paga fino ad un certo punto, che la politica non può limitarsi al sopralluogo alla diga di Cumbidanovu.

Ecco perché, nelle ultime settimane, ha compulsato sondaggi, consultato sondaggisti. Ha parlato con i fedelissimi e si è guardato allo specchio. Poi ha compreso: per il suo popolo sarà sempre l’uomo della ruspa, ma qui i cantieri non c’entrano.

Il Salvini pensiero: il risentimento per Meloni e Tajani, la delusione nei confronti dei Berlusconi, il gelo con Giorgetti e il dialogo con Ronzulli. E per le Europee…

Matteo vuole tornare ad essere incisivo: “Dobbiamo tracciare un solco, il governo Draghi ci ha troppo feriti“, dice uno dei suoi fedelissimi più fedeli. Ha deciso che la sua campagna per le elezioni Europee è iniziata, perché non si immagina “junior partner” di Meloni a vita. Anzi. Chi ci ha parlato sostiene che spesso e volentieri tiri fuori i ricordi del 2018, l’anno in cui leader del centrodestra era lui. Pare si consoli ripetendo ad alta voce che la ruota gira, che “prima è stata la volta di Silvio, poi è toccato a me e adesso tocca a Giorgia“. Non è una prova di fair play, piuttosto è un mantra che rincuora la (sua) speranza. A proposito di Berlusconi: pare gli manchi molto l’amico. Nella Lega c’è chi fa notare che di Berlusconi manca anche la capacità di federare le tante anime del centrodestra. Non è una stilettata da poco: stanno accusando Meloni di giocare in proprio.

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