Agosto 5, 2023

Niger, Bazoum prigioniero preoccupa il mondo. Il pugno di ferro dei golpisti e le ultime comunicazioni con l’esterno

Seduto accanto al leader di transizione del Ciad, Idriss Déby, qualche giorno fa Mohamed Bazoum sembrava un uomo sereno, nonché in buona salute. Ma era un sorriso di circostanza, quello del presidente legittimo del Niger, forse pensato per tranquillizzare la sua gente. Per convincere sé stesso che una soluzione negoziale potesse infine essere raggiunta. Ma quello stesso uomo era già da giorni sottoposto dai suoi carcerieri ad un trattamento inumano, tale da suscitare, proprio in queste ore, massima apprensione a livello internazionale.

Dal 26 di luglio, da quando la guardia presidenziale orchestra la congiura ai suoi danni, Bazoum viene confinato nel seminterrato del palazzo presidenziale. Insieme a lui la moglie Aziza, il figlio Salem, ed una guardia del corpo, subito disarmata dai soldati fedeli al generale Tchiani.

Sono probabilmente le prime 48 ore di detenzione le più dure, quelle in cui gli ostaggi vengono lasciati senza cibo, con pochissima acqua a dispoizione. Chissà se si tratta di crudeltà fine a sé stessa o di strategia. Forse i golpisti vogliono piegare la resistenza di Bazoum, convincerlo a firmare le dimissioni da capo dello Stato per avere campo libero. Ma Bazoum non cede. E forse dà in qualche modo tempo ai golpisti di comprendere che la sua salute è il bene più prezioso di cui dispongono nella trattativa con l’ECOWAS e la comunità internazionale.

Così, in qualche modo, convince i suoi aguzzini ad accettare che un cuoco del suo entourage porti ogni giorno del cibo per lui e per la sua famiglia. Un compromesso che rende più accettabile le condizioni della sua detenzione. Fino al 3 agosto. Fino a quando, per ragioni ancora da stabilire, al cuoco viene negato l’accesso alla residenza presidenziale, e i prigionieri sono costretti ad attinger…

Lascia un commento