Settembre 10, 2023

RETROSCENA! Azione: nuovi ingressi, vecchi malumori. Calenda alla prova di Genova: la mossa di Richetti agita il partito

Se dal terremoto politico che ha scosso Genova e la Liguria scaturirà uno tsunami di portata nazionale è ancora troppo presto per dirlo. Ma è un fatto che gli scossoni derivanti dalla fuoriuscita dal Partito Democratico di una trentina di esponenti locali, direzione Azione, siano interpretati dai più come la prova che il calderone della politica italiana è in ebollizione. E che in queste condizioni il rischio di scottarsi, nel tentativo di maneggiarlo, sarà a dir poco elevato per tutti. Piccola precisazione, prima di continuare: elevato senza maiuscola, per quanto si parli di Genova.

Perché è vero che la componente riformista ancora presente nel Pd inizia a pensare a sé stessa come ad una specie a rischio estinzione. E lo è pure che nelle ultime dichiarazioni della segretaria, nella durezza riservata ai partenti (“Forse avevano sbagliato ad entrarci, nel Pd“), sono stati in molti a scorgere quasi una messa alla porta: “Se per Elly siamo un problema, allora lo dica chiaramente“, ha commentato a questo Blog un esponente di primo piano della minoranza interna. Eppure i malumori, in questa nuova stagione politica cominciata di pari passo con l’arrivo di settembre, non sono un’esclusiva del Pd.

Può infatti risultare paradossale, ma una notizia senza dubbio positiva come l’ingresso nel partito – tra gli altri – di un consigliere regionale come Pippo Rossetti e di Cristina Lodi, la più votata di tutta Genova alle ultime comunali, ha infatti provocato in Azione la riapertura di antiche ferite, che l’estate pareva aver sedato.

C’era la possibilità di dimostrare che siamo attrattivi“, confida amaro stamattina un dirigente nazionale del partito, “perché è vero che lo siamo. Guarda pure l’arrivo di Elena Bonetti. Ed invece ecco che ci perdiamo in un bicchiere d’acqua, offrendo il fianco agli avversari“.

Per capire, è necessario un passo indietro. Partire quindi dalle parole pronunciate dal capogruppo alla Camera, Matteo Richetti, a commento dei nuovi “acquisti” strappati al Pd: “Azione con Cristina Lodi in consiglio comunale farà opposizione al sindaco Bucci. Noi siamo alternativi alla parte populista e all’estrema destra, che fa parte della coalizione di Bucci, ribadiamo la nostra indisponibilità a sostenere la sua maggioranza“. È da questa uscita che si origina il cortocircuito. Perché il caso vuole che Azione, in qualche modo, sia in consiglio comunale a Genova già presente. E che fino ad oggi – di nuovo in qualche modo – abbia sostenuto proprio il sindaco Bucci.

No, no, non vi spaventate. Capirete presto che la diatriba non è soltanto locale. Portate pazienza, abbiate fiducia. A partire da questa legittima obiezione: “Azione alle ultime comunali genovesi non ha nemmeno presentato il proprio simbolo!“. Tutto vero, conferma del vostro blogger. Prima delle amministrative che eleggono Bucci, infatti, Azione discute in modo molto animato – eufemismo – della linea da tenere in quel di “Zena“. La volontà della maggioranza del Direttivo Provinciale sarebbe quella di correre, per quanto senza simbolo. E lo stesso Carlo Calenda, ospite di Lucia Annunziata, dichiara che “ci sono comuni dove ci sono bravi amministratori di destra, non di partito, come per esempio a Genova, con Marco Bucci“, e siccome quest’ultimo è stato “un bravissimo sindaco, ha avuto un problema come quello del crollo di ponte Morandi e l’ha risolto bene“, allora “lo si può sostenere con indicazioni di voto, ed è così che ci comporteremo“.

Alla fine l’operazione perde di slancio, ma alcuni decidono di presentarsi comunque al fianco del sindaco Bucci nella civica “Genova Domani“, accettando il compromesso richiesto dal vertice nazionale: un’autosospensione dal partito, che dura lo spazio di qualche mese e si conclude con la riammissione di tutti e quattro gli “azionisti” eletti – più o meno in incognito – nella maggioranza Bucci. Si tratta di Lorenzo Pasi, Federico Barbieri, Marco Santachiara e Andrea Lemmi: consiglieri semplici sì, ma pure a vario titolo dirigenti provinciali e regionali del partito.

Ecco, i sopracitati, proprio a conferma del fatto che perfetti sconosciuti per Azione non sono, della maxi-operazione in predicato di portare nelle file di Azione oltre 30 big democratici, vengono informati nel corso di una riunione informale da Richetti in persona, prima che la notizia diventi ufficiale. È in quella circostanza che il capogruppo a Montecitorio comunica ai suoi la “nuova/vecchia” linea del partito: Azione è all’opposizione di Bucci e Toti, spiega, e a Lodi e Rossetti sarà concesso l’uso del nome e del simbolo. Con buona pace di chi ha coltivato l’elettorato azionista fin dalla nascita del partito.

È una svolta che spiazza molti, al punto che qualcuno arriva a domandarsi se quella di Richetti non sia un’iniziativa personale, addirittura non concordata con Calenda. D’altronde sono stati in tanti, lo scorso giugno, ad accogliere Calenda in quel di Genova e a sentirlo nell’atto di dichiararsi “affine a Bucci come approccio all’amministrazione“, nonché – con buona dose di autoironia – “per il carattere, ma in questo caso non è un complimento“.

Cos’è cambiato nel giro di poche settimane? Cosa porta Matteo Richetti a condurre Azione da una posizione di apprezzamento nei confronti del sindaco Bucci ad una di netta opposizione in Consiglio?

Qualcuno decide di andare dritto al punto, di sentire Calenda al telefono, chiedendogli spiegazioni per questo cambio di spartito. Ma il leader dall’altra parte della cornetta erge un muro a protezione di Richetti, abbracciando in toto la sua linea, arrivando a tacciare di “tradimento” gli eletti nella lista di “Genova Domani” che desiderino restare in maggioranza.

A questo riguardo, diverse fonti assicurano che sarà Calenda in persona, nella giornata di domani, a recarsi a Genova e a chiarire la linea d’Azione. C’è chi ventila perfino l’ipotesi di un incontro con Bucci: “Ma a quale scopo“, si chiede una fonte nazionale del partito, “se la decisione di fargli opposizione è stata già presa?“.

Chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto, potrebbe ora domandarsi quale sia il nesso tra una partita locale e le dinamiche nazionali di un partito. Ecco arrivato il momento della verità. Secondo quanto registrato dal vostro blogger, infatti, a guardare con attenzione mista a turbamento a quel che accade a Genova non sono soltanto gli azionisti cittadini e liguri, ma pure importanti dirigenti nazionali.

I malumori all’interno di Azione con vista sul Congresso nazionale. I critici della “linea Richetti” e le sirene degli altri partiti…

Si tratta in particolare di deputati e senatori appartenenti alla frangia moderata e popolare che pure abita in Azione. È una “questione di posizionamento, interno ed esterno“, spiegano costoro a microfoni spenti.

Secondo quanto filtra da fonti interne al partito, infatti, dopo le elezioni Europee potrebbe avere luogo il Congresso nazionale di Azione. Un momento decisivo per stabilire l’indirizzo della creatura di Carlo Calenda, in particolare in tema di alleanze.

Questo è un chiaro rafforzamento della posizione di Richetti“, spiega un dirigente del partito. L’ingresso in Azione di decine di esponenti con una provenienza di centrosinistra, così come la scelta di porsi in netta contrapposizione con il sindaco Bucci, vengono infatti interpretati da molti come un segnale inequivocabile: “Il campo privilegiato sarà quello del centrosinistra, è evidente …

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