Israele: sarà guerra di sopravvivenza. Perché è necessario colpire duro Hamas. Il dilemma di Netanyahu e i possibili scenari
Chi oggi sostiene che Israele debba praticare la moderazione, rinunciare ad un colpo senza precedenti nei confronti di Hamas, firma chissà quanto inconsapevolmente per la fine dello Stato Ebraico. Non è di mera vendetta, di voglia di aggiungere sangue ad altro sangue, che adesso si tratta. Ma di sopravvivenza.
Non è il punto di non ritorno che bisogna evitare. Il fatto è che indietro non si può già più tornare dall’alba di sabato, quando centinaia di terroristi palestinesi hanno preso di mira migliaia di civili inermi, sconvolgendo Israele, facendo crollare in poche ore il mito della sua sicurezza.
Se è giusto chiedersi come sia stato possibile concedere al nemico un first strike di tale portata e impatto, se in fretta bisognerà comprendere le ragioni del buco dell’intelligence, è sulla risposta che Israele dovrà opporre che non possono esserci dubbi.
Un’operazione di terra all’interno della Striscia di Gaza, l’annientamento di Hamas, sono le due condizioni minime per tentare di ripristinare il concetto di deterrenza verso i nemici esterni. Si legga alla voce Iran.
Qualunque tipo di compromesso al ribasso sarebbe letto in Medio Oriente come segnale …
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