Gennaio 15, 2024

“Dodici giorni all’attacco”. Retroscena: dietro le quinte dell’operazione angloamericana contro gli Houthi. Il “metodo Biden”, il messaggio privato all’Iran, l’ordine d’attacco

A vederli spuntare dalle montagne dello Yemen settentrionale, impegnati nella presa della capitale Sana’a, è legittimo cedere alla tentazione di catalogarli alla voce “incidente della Storia“. E d’altronde chi sono questi estremisti religiosi, se non miliziani disorganizzati coi sandali ai piedi?

Le armi non certo all’ultimo grido imbracciate con furore quasi mistico corroborano l’impressione di trovarsi dinanzi ad un problema di poco conto, ad uno scherzo archiviabile con una certa disinvoltura. Eppure è il tempo, come sempre, a spiegare la realtà delle cose. E a dire che sì, saranno pure rozzi, scalmanati, senza un grande arsenale e privi di un passato glorioso, ma conoscono l’arte della guerra, questi Houthi. E sono desiderosi di diventare un problema per tutti.

I primi a farne le spese sono i sauditi. Quando nel 2014 mettono insieme una coalizione internazionale con l’obiettivo di scacciare da Sana’a i “partigiani di Dio” sostenuti dal solito Iran, è opinione diffusa che l’impresa non incontrerà particolari problemi. Ma a Tehran, scorgendo l’opportunità di piazzare una spina nel fianco di Riyad, sono lesti a spedire in segreto armamenti capaci di livellare le forze in campo. Non solo: i vertici iraniani ordinano l’invio di esperti pasdaran nello Yemen; e lo stesso fa Hezbollah dal Libano, sempre pronto a rispondere presente agli appelli degli ayatollah. I tecnici Houthi vengono sapientemente educati alla costruzione autonoma di armi, mentre i loro leader ricevono consigli sulle tecniche di propaganda necessarie per sostenere l’importanza della propria causa Non sono sforzi vani, ma investimenti che danno i loro frutti.

A quasi dieci anni di distanza dal tentativo di eliminare il problema alla fonte, i seguaci di Hussein al Houthi governano il nord-ovest dello Yemen. Anche dopo la sua uccisione, il fratello Abdul Malik brandisce un vasto arsenale capace di spingersi ben oltre i territori sotto il proprio controllo. E i suoi miliziani attentano quotidianamente alla navigazione nel Mar Rosso, acque da cui passa circa il 15% del commercio marittimo globale.

È sulla base di questi presupposti, dopo 26 attacchi a navi portacontainer e petroliere, con la deterrenza USA ormai a forte rischio, che il presidente americano Joe Biden, ufficialmente in vacanza a St. Croix, nelle Isole Vergini, convoca la mattina del primo dell’anno una riunione del suo team di sicurezza nazionale.

Dall’altra parte del mondo i miliziani di Ansar Allah non possono ancora saperlo, ma è il primo atto di una nuova fase che prende il via proprio in quegli istanti. È la messa in moto dodici giorni di diplomazia e pianificazione militare culminati in due round di raid angloamericani sulle postazioni militari Houthi. E forse di un più ampio cambio di strategia occidentale in tutta la regione.

Retroscena USA. Il “metodo Biden” prima di un’offensiva militare. Gli scambi con Londra. Il messaggio inviato all’Iran. L’ordine d’attacco, il risultato del raid e lo scenario futuro più probabile

Gli obiettivi del presidente Biden, a colloquio con i vertici del governo americano, sono a dir poco ambiziosi. L’inquilino della Casa Bianca ha ben chiaro che la priorità sia ristabilire la credibilità dell’America nell’area e nel mondo: lanciare cioè un “messaggio chiaro” sul fatto che gli attacchi ormai quasi quotidiani alle navi commerciali lanciati dagli Houthi non solo non sono tollerabili, ma neanche saranno più tollerati.

Eppure sono in particolare gli alleati, dal Regno Unito ai partner europei, fino ad arrivare ai pochi ma preziosi nello stesso Medio Oriente, ad avvertire sui rischi di un confronto con i ribelli dello Yemen. Una risposta troppo forte, avvisano mentre l’idea di una risposta militare comincia a farsi strada, unita alla guerra di Israele con Hamas e alle scintille con Hezbollah, potrebbe condurre l’Occidente verso lo strapiombo di uno scontro diretto con l&#…

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