Febbraio 10, 2024

Contro-intervista semiseria a Vladimir Putin

Vladimir Putin ha parlato con il presentatore americano Tucker Carlson per due ore. Senza alcun contraddittorio. Ha potuto raccontare la sua versione dei fatti. Non solo sulla guerra in Ucraina. Ma anche sulla storia dell’Ucraina, come fosse di sua pertinenza. Confutare nel merito ogni affermazione fornita da Putin richiederebbe probabilmente un lavoro di settimane, mesi. Ma il tempo di chi scrive – e quello di chi legge – è più prezioso. Putin ha iniziato il suo racconto da un condottiero semi-leggendario vissuto nel nono secolo, ha proseguito citando lo Zar, Gengis Khan, l’Impero Romano. Sono elementi che portano ad affermare quanto segue: forse ha ragione chi dice che inviare armi in Ucraina non serve. Perché ciò che serve è qualcuno che dia una carezza al presidente Putin, che gli consigli di non aggravare il senso di imbarazzo che colpisce chiunque ascolti i suoi argomenti, che abbia il coraggio di dirgli “signore, stia tranquillo, è tutto finito, si fermi“.

E allora, se le imprecisioni – eufemismo – sono troppe e diffuse, se le rivisitazioni storiche non meritano approfondimento tanto sono viziate, se smentire una per una le bugie del Cremlino significherebbe favorirne oltremisura la diffusione (è la famosa regola del ventilatore), tentiamo un esperimento. Quale? Una contro-intervista, necessariamente semiseria, a Vladimir Putin. È inutile dire che non ci aspettiamo di ricevere risposta, ma buona lettura.


Dario: “Presidente Putin, buonasera. Lei ha affermato quanto segue: “L’Ucraina è uno Stato artificiale plasmato per volontà di Stalin”. Per sostenere le ragioni della Russia in questa guerra è arrivato a dichiarare che anche l’Ungheria di Orban avrebbe potuto avanzare delle rivendicazioni sui territori ucraini. Domanda: è consapevole che i confini delle nazioni sono stati ridefiniti innumerevoli volte nel corso della Storia? Ed è stato informato del fatto che la stessa Russia ha in anni recenti riconosciuto più volte la legittimità dello Stato ucraino?“.

Putin: …

Dario: Va bene presidente, capisco l’imbarazzo. Passiamo subito oltre, non si preoccupi. Ma c’è un aspetto che vorrei chiarire. Durante l’intervista con Tucker Carlson ha dichiarato che il padre di Zelensky, Oleksandr, ha combattuto contro i fascisti e i nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Sarebbe certamente lodevole. E di sicuro sarebbe strano se un figlio, dopo un’esperienza del genere, decidesse di abbracciare le idee degli uomini che suo padre ha combattuto. Ma ho l’obbligo di informarla che il signor Oleksandr Zelensky è nato nel 1947, quando la guerra era finita già da un paio d’anni. Lei però insiste. Sostiene di aver detto al presidente Zelensky: “Volodya, cosa stai facendo? Perché oggi sostieni i neonazisti in Ucraina mentre tuo padre ha combattuto contro il fascismo?“. Di più: dice che lui non le ha risposto. Ecco la mia domanda: presidente Putin, ma di chi parlava? E con chi ha parlato? È sicuro che questa conversazione sia realmente avvenuta?

Putin: …

Dario: Mi creda, non voglio essere offensivo. Sono realmente interessato al suo punto di vista. Si sarà trattato di un lapsus, diciamo così. Senta, presidente, parliamo di politica: Lei sostiene che nel 2014, a Maidan, sia andato in scena un colpo di Stato organizzato dalla CIA per destituire il presidente filorusso Yanukovich. Ha le prove di quanto afferma? Prove concrete, intendo. Non se la prenda, ma mi pare che ogni volta che gli scenari prendono una piega non soddisfacente Lei sia portato ad evocare un complotto. Per questo motivo la prossima domanda è molto personale: che rapporto ha con l’accettazione della sconfitta?

Putin: …

Dario: Anche su questo silenzio. Forse abbiamo un problema di comunicazione. Proseguo in ogni caso con le domande?

Putin: …

Dario: Lo prendo per un sì. In tutta onestà devo dire che Lei non ha tutti i torti: è stato certamente imbarazzante vedere un ex militante quasi centenario della Waffen-Ss Divisione della Galizia, un’unità di volontari ucraini direttamente sotto il comando nazista, ricevere la standing ovation del parlamento canadese, qualche mese fa, in presenza del presidente Zelensky. Deve però riconoscere che il presidente del parlamento canadese ha ammesso che nessuno dei colleghi deputati, né dei membri della delegazione ucraina, era stato precedente informato della decisione di invitare il soggetto in questione o delle parole che sarebbero state pronunciate sul suo conto. Eppure Lei ha dichiarato: “Il presidente, l’attuale presidente dell’Ucraina, lo applaude nel Parlamento canadese, con una standing ovation. (…) Questa è la de-nazificazione nella nostra comprensione. Dobbiamo sbarazzarci di coloro che mantengono questo concetto e sostengono questa pratica e cercano di preservarla. Questa è la de-nazificazione. Questo è ciò che intendiamo“. Non le sembra pretestuosa la sua ricostruzione? E non le sembra assurdo accusare Zelensky – un uomo che peraltro ha origini ebraiche – di strizzare l’occhio al nazismo?

Putin: …

Dario: Presidente, forse troverà più semplice parlare dell’attuale guerra in Ucraina, il tema a cui dedica da due anni tutte le sue energie. Può spiegarmi cosa intendeva esattamente quando ha detto a Tucker Carlson che se l’Occidente vuole davvero smettere di combattere allora “dovete smettere di fornire armi. Sarà tutto finito nel giro di poche settimane“. Vorrei che fosse chiaro su questo punto. Per essere precisi, Lei ha aggiunto: “Possiamo concordare alcuni termini prima” che smettiate di inviare armi, “basta“. Ecco, presidente Putin: mi dica se ho capito bene. Lei ci sta dicendo: smettete di armare gli ucraini, lasciateci vincere e noi vedremo di lasciarvi il gol della bandiera?

Putin: …

Dario: Capirà che così il dialogo diventa difficile. Voglio comunque insistere. Lei ha sostenuto che c’è solo uno scenario in cui immagina che la Russia possa inviare truppe in Polonia: quello in cui la Polonia attacca la Russia. Mi spiega perché pensa che la Polonia dovrebbe attaccarla? Se, come dice, ha in passato tentato di portare la Russia nella NATO, allora saprà anche che la nostra è un’Alleanza puramente difensiva. E voglio essere aperto con Lei: non sono neanche così sicuro che il giuramento del moschettiere, soprattutto nella parte che dice “tutti per uno” sia così solido. Ma questo forse Lei lo sa meglio di me, e nei prossimi anni non mancherà di stressare questo concetto. E dunque: perché mai la Polonia dovrebbe avere interesse a sfidare la Russia?

Putin: …

Dario: Presidente, se continua così mi mette in imbarazzo. Con Carlson ha parlato a ruota libera per due ore. E con me…

Putin: …

Dario: Mi dica almeno se considera Zelensky il legittimo presidente dell’Ucraina. C’è un passaggio dell’intervista con Carlson che mi ha colpito: “Si considera un capo di Stato. Ha vinto le elezioni. Anche se in Russia crediamo che il colpo di Stato sia la fonte primaria del potere per tutto ciò che è accaduto dopo il 2014. E in questo senso, anche oggi, il governo è viziato“. Se la mette così, allora vale tutto. Mi dica, può ponunciare la frase: “Volodymyr Zelensky è il legittimo presidente dell’Ucraina“?

Putin: …

Dario: Presidente Putin, questa conversazione sta diventando insostenibile. Le faccio un’ultima domanda. Lei ha affermato che l’Occidente ha commesso un errore rifiutando i negoziati. Ma guardandosi allo specchio, ogni mattina, Lei riconosce da parte sua degli errori? La fermo: non vale l’ormai celebre “ho sbagliato a fidarmi“? Può affermare, in tutta onestà, di essere ben disposto verso una trattativa che porti la pace – la pace, ripeto, non una resa – in Ucraina?

Putin: …

Dario: Chissà perché il suo silenzio, almeno questa volta, non mi sorprende.

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