Febbraio 10, 2024

FLASH! “Nessuno mi può giudicare”, nemmeno il Giurì. Dettagli, retroscena, sussurri sull’ultimo scontro Meloni-Conte

Adesso che i cocci sono in frantumi e la via della ricomposizione, persino umana, sembra un miraggio, tra i componenti del Giurì d’onore ormai disciolto prevale un senso di vuoto. La matassa MeloniConte sul “caso MES“, giurano, era quasi dipanata. Il successo della missione distava due pagine appena, se non proprio una e mezza: tanto mancava per chiudere il documento finale di 17 fogli, e pure la faida che da settimane anima il dibattito in Transatlantico.

Ma la vicenda ha svoltato in maniera imprevista, promettendo non pochi strascichi.

Il fulmine a ciel sereno delle dimissioni. La delusione di Conte. La stoccata di Meloni e il siparietto con Mulè dopo settimane di silenzio

Lo ha fatto ad una manciata di minuti dalle 19:00 di mercoledì 7 febbraio, quando Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha deciso di annunciare a sorpresa le sue dimissioni, contestando la presenza di “interpretazioni di parte” nel verdetto in via di definizione in quel di Montecitorio.

Un fulmine a ciel sereno, giurano oggi alcuni dei protagonisti di questa vicenda, se è vero che al termine della settima audizione della commissione, il giorno prima, ci si era dati appuntamento per l’indomani nella consapevolezza che fino a quel punto “tutti i paragrafi“, non uno di meno, fossero stati concordati all’unanimità.

Ma come per tutte le storie che finiscono in rissa, le versioni dei contendenti sono opposte.

Una, partorita in casa M5s, sconta tutta la delusione per non aver ottenuto “piena soddisfazione” dal Giurì. Questa sostiene che “Giuseppe aveva ragio…

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