Febbraio 27, 2024

Silenzi, rancori, nuove regole: la paura di Meloni e il forfait di Salvini. Così la Sardegna scuote il centrodestra

Che i pompieri siano intervenuti per sedare l’incendio alla comparsa delle prime scintille è un fatto. Ma chi conosce le dinamiche interne al centrodestra è sicuro: non passerà molto tempo prima che le fiamme della sconfitta in Sardegna finiscano per lambire la quiete apparente della coalizione. Sarà soltanto allora, quando gli ordini di scuderia e la consegna del silenzio verranno fisiologicamente meno, che occorrerà fare i conti con le proporzioni del rogo.

Lunedì pomeriggio. Lo spoglio sull’isola procede a rilento. Eppure un forzista di lungo corso ha già la sua lettura. Pensa al futuro, e per farlo guarda al passato: “In Sardegna perderemo. E il motivo è semplice: questo è il primo effetto politico della scomparsa di Silvio Berlusconi. Lui era un generoso“.

Per comprendere il senso della stilettata bisogna tornare indietro di poche settimane, e più di preciso agli scambi telefonici e ai molti vertici che conducono Giorgia Meloni a far valere il peso del proprio nuovo status nelle trattative per la scelta dei candidati governatore. Berlusconi, è la tesi del veterano azzurro, “sapeva accontentare tutti, aiutava gli alleati nel momento di difficoltà. Giorgia? La mano non mi pare la stessa“.

Il mood è identico pure dalle parti del Carroccio. Del resto è proprio la Lega ad aver scontato sulla propria pelle l’imposizione di Fratelli dR…

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