Marzo 4, 2024

Retroscena Israele. Gantz vola negli USA e Netanyahu si infuria: telefonata al vetriolo e incontro con Kamala Harris. Cosa succede dietro le quinte a Washington

Il rombo del motore della politica internazionale ha ripreso a girare a pieno servizio: sulla pista che unisce Stati Uniti e Israele potrebbero presto sfrecciare delle novità importanti. È questa la sensazione a ridosso dell’incontro fra la vicepresidente Kamala Harris e Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano, ma soprattutto principale alternativa politica a Bibi Netanyahu.

Secondo i retroscena provenienti da Tel Aviv, il leader del Partito di Unità Nazionale, atteso oggi per un meeting di alto livello in quel di Washington, avrebbe organizzato la trasferta americana senza prendersi la briga di informare il primo ministro israeliano, il capo del suo governo, violando così le norme che richiedono a ogni ministro di concordare preventivamente i viaggi con il leader dell’esecutivo.

Il piano di viaggio di Gantz prevede incontri non solo con la numero 2 dell’amministrazione Biden, ma anche con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, e con esponenti repubblicani e democratici del Congresso. Un’accoglienza “quasi” da leader israeliano in pectore, nonché uno schiaffo in pieno volto per Bibi, in grado di spiegare pure lo scambio di battute che avrebbe avuto luogo in uno scambio telefonico al vetriolo con Netanyahu in persona.

La telefonata infuocata tra Netanyahu e Gantz. Il nuovo ruolo di Kamala Harris. La variabile Biden nell’incontro odierno

Secondo quanto riportato da Ynet, Netanyahu sarebbe rimasto all’oscuro dei piani di Gantz fino a venerdì, quando il diretto interessato ha composto il suo numero di telefono per informarlo della sua partenza e per discutere i messaggi da trasmettere durante i colloqui con gli alleati americani. Sarebbe stato proprio nel mezzo di questa conversazione, secondo una fonte vicina a Netanyahu, che quest’ultimo avrebbe chiarito a Gantz: “Lo Stato di Israele ha un solo primo ministro“.

Ma se le scintille tra Netanyahu e Gantz non sono una novità assoluta (anzi), forse ancora più interessante è la prospettiva americana.

Non è infatti un mistero che la campagna militare israeliana a Gaza abbia provocato più di un imbarazzo all’interno dell’amministrazione Biden, preoccupata di perdere il sostegno dell’elettorato più progressista e di origini arabe in vista delle presidenziale di novembre, quando ogni voto, visto…

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