Intervista a Rosato: “Il Pd fa la politica dei tweet. Sul futuro di Italia Viva…”
D. Onorevole Rosato, impossibile non partire da un commento su quanto sta accadendo in queste ore in Afghanistan.
R. Quello che accade in Afghanistan è veramente pazzesco! L’esercito afgano addestrato per 20 anni dai contingenti internazionali si è sciolto al sole in pochi giorni. E’ evidente che l’aver lasciato il Paese così all’improvviso ha prodotto un senso di abbandono, con i risultati che oggi vediamo. Le premesse non sono le migliori ahimé.
D. Non vede il rischio che a lungo andare dopo questa ritirata i problemi siano più dell’Europa che degli Stati Uniti?
R. Questo non lo so. Ormai il terrorismo è globalizzato come ci ricorda l’11 settembre. Ma certo, la presenza di uno Stato in mano a questi estremisti dichiarati sarà una preoccupazione costante per la serenità non solo del mondo occidentale.
D. Torniamo alla politica interna. Come interpreta il fatto che le posizioni di Italia Viva vengano spesso strumentalizzate? Prendiamo ad esempio la dichiarata indisponibilità a votare una mozione di sfiducia nei confronti di Durigon. Come si fa a non capire che un voto in tal senso destabilizzerebbe l’esecutivo?
R. Sorrido pensando che prima ci attaccano, dopo ci vengono dietro. La leggiamo con serenità. Su Durigon, che ha detto delle cose inaccettabili, e che un giorno spero le spieghi e si giustifichi, il tema non è la mozione di sfiducia che di fatto va a colpire il governo: quello è un voto contro il governo. Il tema è ribadire con forza i valori antifascisti di questo governo, che da parte nostra sono insiti nella Costituzione. Punto.
D. La posizione di Italia Viva sulla scacchiera non è facile. Da una parte il Pd genuflesso a Conte, dall’altra una destra a trazione sovranista per 2/3 impresentabile. Italia Viva appare isolata, che ne pensa?
R. La posizione è difficile se uno ha in testa solo le elezioni del 2023. Noi non le abbiamo. Noi ci stiamo occupando di quello che serve oggi al Paese. Oggi abbiamo il miglior governo possibile in una situazione di emergenza. Non dimentichiamo che è vero che grazie all’azione di Figliuolo e di tutta la squadra di governo guidata da Draghi oggi non siamo più nella situazione di gennaio, ma siamo sempre in emergenza. E le emergenze si affrontano mettendo insieme maggioranza e opposizioni, non alzando muri come faceva Conte. E noi rivendichiamo il fatto che sia utile avere Forza Italia e la Lega al governo in questa fase. Dopo ognuno di noi tornerà a ribadire le sue posizioni politiche e divisioni culturali, ma oggi, in una fase di emergenza, agli italiani interessano le risposte, non le ideologie.
D. Non crede che però in questo momento Italia Viva sia senza una “casa” politica?
R. La casa la costruiscono gli elettori il giorno delle elezioni, altrimenti noi ci stiamo benissimo a continuare la nostra battaglia riformista, a prescindere dal fatto che spesso ci troviamo soli.
D. Sembra che su qualsiasi tema, soprattutto a sinistra, ci sia la tendenza a mettersi di traverso solo perché una cosa l’ha detta Renzi.
R. Questo sarà un problema degli altri, non un problema nostro. Quando leggo che Pd, M5s e Leu dicono: “Sul fine vita noi andiamo avanti a prescindere da tutti per la nostra strada“, vuol dire che è solo un messaggio demagogico. Perché le leggi si fanno con i voti, non si fanno con le dichiarazioni o con i tweet. Quando, nella consapevolezza di non avere i voti, non si cerca mai la mediazione, si capisce che la politica del Pd oggi è fatta tutta di tweet: sul voto ai 16enni, sul ddl Zan, sullo ius soli, sulla legge sul fine vita. Tutto solo tweet! Mai un tentativo di costruire un consenso. Infatti la stagione in cui i tweet si sono trasformati in leggi era la stagione in cui a guidare il Pd c’era Renzi e in cui abbiamo importanti leggi sui diritti, anche con i voti di Verdini e di Alfano.
D. Come si spiega il fatto che il Pd non riesca a rendersi conto della sua deriva e sia sistematicamente al traino dei 5 Stelle?
R. C’è un po’ di subalternità culturale, del resto per settimane lo slogan del Pd era “Conte punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste“, ahimé. Conte non potrà essere mai il mio punto di riferimento.
D. Il Pd non corre il rischio ad un certo punto di essere sedotto e abbandonato da Conte? In questi giorni dai 5 Stelle sono arrivate dichiarazioni che strizzano l’occhio ad un elettorato tipicamente di centrodestra. Penso alle parole della Taverna sullo Ius soli.
R. Io non darei molto peso a ciò che dicono dal M5s. Dicono tutto e il loro contrario. Sono volatili, ma soprattutto privi di un progetto culturale per il Paese. Le cose che dichiarano sono figlie del sentiment del momento, non di una lettura delle cose che servono. Però a mio giudizio i 5 Stelle sono destinati ad una liquefazione: certo resterà un nucleo, una ridotta grillina resisterà, però non saranno più determinanti per gli assetti politici del Paese. E quindi anche da questo punto di vista il Pd le sta sbagliando tutte.
D. Cambiamo argomento: cosa farà Italia Viva in Calabria?
R. La senatrice Vono e il senatore Magorno stanno seguendo direttamente le cose, con un’interlocuzione con i diversi candidati. Stiamo aspettando una bozza di idea programmatica della candidata Bruni (sostenuta da Pd, M5s e altri, ndr) che però non è ancora arrivata. Però mi sa che il centrosinistra in Calabria sta facendo la corsa per il secondo posto, non per il primo. Stanno provando a non farsi superare da De Magistris. Tranne una telefonata in tutti questi mesi non c’hanno mai cercato.
D. E Occhiuto?
R. Con Occhiuto ci conosciamo da tanti anni. Seppur in una coalizione di centro-destra con Lega e FdI è un moderato. Certo il simbolo di Italia Viva non sarà nella coalizione di centrodestra.
D. Parliamo della proposta del referendum per l’abolizione del Reddito di cittadinanza: c’è chi dice non si faccia in tempo a raccogliere le firme necessarie.
R. Io credo che solo per il fatto di aver minacciato la raccolta di firme tutti si sono precipitati a dire che il Reddito di cittadinanza va cambiato e che quello che c’è oggi non funziona. Sono contento che tutti deridono le nostre iniziative per poi precipitarsi a porre rimedio ai danni che segnaliamo.
D. Andrà così anche sulla commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia?
R. Se questa legislatura non sarà in grado di aprire una commissione d’inchiesta su quanto è accaduto in Italia in questo periodo va a finire che lo farà la prossima.
D. Un’ultima battuta. Renzi ha detto: “Abbiamo incontrato recentemente alcuni amici con un primo ministro di un altro Paese, stava andando al Consiglio europeo e ci ha detto: ‘Quando parla Draghi, noi prendiamo appunti. Quando parlava Conte, noi prendevamo il caffè’“. Domanda: non è che per caso tra questi amici c’era pure Lei?
R. Io stavo mangiando la brioche.
Grazie, onorevole Rosato.