Aprile 19, 2024

Come Israele ha colto di sorpresa l’Iran. I dettagli nascosti dell’attacco a Isfahan, il messaggio in controluce. E cosa potrebbe succedere ora

Chirugica, limitata, addirittura “debole” secondo il ministro della Sicurezzza Nazionale Ben-Gvir, eppure la rappresaglia di Israele all’attacco iraniano sul suo territorio è infine arrivata. Cosa sappiamo?

Primo punto: quello andato in scena potrebbe essere solo un antipasto.

Secondo punto: Israele ha usato il fioretto, ha giocato di fino, nella sua azione si segnala più di un aspetto interessante in vista delle prossime mosse. Siamo nel pieno di una partita di scacchi. Analizziamo la disposizione dei pezzi.

  • L’apertura è stata di Israele: l’uccisione del generale Zahedi a Damasco, un peso massimo dei Guardiani della Rivoluzione.
  • I pasdaran valutano che Tel Aviv abbia osato troppo, considerano che la morte di Zahedi rappresenti un problema per tutti loro: nessuno è più al sicuro, occorre ripristinare la deterrenza.
  • La Guida Suprema, Ali Khamenei, autorizza per la prima volta dalla nascita della Repubblica Islamica un attacco iraniano diretto contro il territorio israeliano.
  • Il largo preavviso dell’azione iraniana consente a Israele di predisporre una difesa efficace con l’aiuto di una coalizione guidata dagli Stati Uniti. Ma l’attacco iraniano illumina la notte. Certo, non provoca danni particolari, ma soltanto per la straordinaria capacità difensiva di Israele e Alleati. Ciò che più conta: cambia l’equazione strategica dei rapporti tra Iran e Israele. Ad ogni attacco contro gli interessi iraniani nella regione potrà sempre seguire un colpo diretto verso lo Stato Ebraico, è il messaggio di Teheran.
  • Israele si interroga sul passo successivo. L’Occidente spinge per metterci una pietra sopra, esercita una pressione diplomatica senza precedenti per convincere Israele a considerare la partita pari e patta.

Ma Israele decide di rispondere comunque, capisce che una mancata rappresaglia verrebbe considerata nella giungla del Medio Oriente una prova di debolezza. E si arriva all’alba di oggi.

Israele opta per un attacco circoscritto contro la base militare di Isfahan. Ma contare sono i dettagli nascosti dell’azione. Tutto suggerisce che Israele abbia compiuto un piccolo capolavoro.

La base di partenza è una campagna di disinformazione, molto ben realizzata, per cogliere “di sorpresa” le difese iraniane. Analizziamo anche in questo caso la scacchiera:

  • Il Comando del Fronte Interno dell’esercito israeliano rimuove le restrizioni ai movimenti introdotte in vista dell’attacco iraniano. È un allentamento che suggerisce il seguente messaggio: se decideremo di rispondere alla Repubblica Islamica non lo faremo nell’immediato. C’è una dose di rischio: se l’Iran rispondesse, la popolazione civile sarebbe a rischio. La valutazione di Israele è che Teheran accetterà il colpo. È un azzardo che per il momento si rivela azzeccatto.
  • I canali ebraici nei giorni precedenti l’attacco suggeriscono che una rappresaglia potrebbe arrivare, sì, ma solo dopo la Pasqua Ebraica. L’inizio è previsto per il 22 aprile, la fine per il 30. Si dice che anche i leader dei partiti ultra-ortodossi, lo zoccolo duro della coalizion…

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