Giugno 7, 2021

Conte, primi attacchi contro Draghi: “Scelte che hanno disorientato”

Pochi giorni fa questo blog aveva messo in guardia: giugno sarà il mese in cui Conte inizierà a colpire Draghi. Oggi la conferma di quanto anticipato. In un’intervista al Corriere della Sera, il leader in pectore del MoVimento 5 Stelle inizia le manovre di bombardamento dell’esecutivo.

Conte dice: “Alcune decisioni hanno scontentato i cittadini e suscitato perplessità, penso al sostegno alle imprese, ad alcuni indirizzi in materia di tutela dell’occupazione e di transizione ecologica. Disorientamento hanno provocato anche il condono fiscale e adesso l’emarginazione dell’Autorità anticorruzione“.

Non sono temi scelti a caso: si tratta della piattaforma su cui Conte pensa di costruire il suo MoVimento. L’avvocato vuole presidiare il campo della transizione ecologica ma anche quello che potremmo sintetizzare nella formula “onestà onestà“. E’ coerente con quello che ha definito “secondo tempo” del MoVimento: vuole continuare l’horror visto nel primo.

Il suo non è un ritiro del sostegno all’esecutivo, la mossa non è (ancora) in cantiere. Ma le sue parole, consegnate al Corriere della Sera, rappresentato il segnale di un rinnovato protagonismo che non mancherà di agitare le acque del governo Draghi nelle prossime settimane. Conte al riguardo lascia intendere che uno dei terreni di battaglia sarà la giustizia, ha intenzione di difendere la riforma Bonafede: “Con Bonafede abbiamo programmato massicci investimenti per accelerare i processi, per una giustizia più efficiente ed equa. Siamo invece contrari a meccanismi che alimentino la denegata giustizia. Ci confronteremo in modo chiaro e trasparente con le altre forze politiche“.

Con questi presupposti, è bene saperlo, neanche la bravissima Cartabia potrà fare il miracolo. E se Conte, per distinguersi, vuole indossare i panni del sabotatore, Draghi dovrà presto venire a patti con il fatto che la sua maggioranza non può contare (almeno non in tutte le occasioni) sui voti di un MoVimento che vuole essere sì di governo, ma soprattutto di lotta.

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